Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto nasce nel 1474 a Reggio Emilia e muore a Ferrara nel 1533. Studia il latino sotto la guida del maestro Gregorio da Spoleto, frate agostiniano. Morto il padre, è costretto a prendersi cura di tutta la famiglia ed entra alle dipendenze del cardinale Ippolito d’Este. Svolge diverse mansioni e spesso come ambasciatore si trova in situazioni pericolose. Ariosto odia questa vita ma deve sottomettersi alla logica del potere che trasforma un poeta in “cavallaro”. È famoso per il suo “Orlando Furioso”, poema cavalleresco. In quest’opera l’autore parla dell’amore, delle donne, dei cavalieri, di audaci imprese all’interno della guerra tra i saraceni e i cristiani di re Carlo. La trama è molto complessa: i protagonisti sono gli stessi di quelli del Boiardo. Angelica diventa il simbolo della donna maliziosa, si innamora del bellissimo Medoro e fa impazzire Orlando. Alla fine il cavaliere rinsavisce e vince in battaglia i saraceni. Gli eroi dell’Ariosto sono liberi da condizionamenti religiosi, sono sensibili all’amore e terreni nei comportamenti. La donna non è più angelo né demonio ma diventa nella società rinascimentale il “femminile dell’uomo”, e per questo motivo si comporta liberamente nei confronti della passione amorosa. In definitiva gli eroi dell’Ariosto sono personaggi individuali: l’uomo è al centro del mondo e le ragioni del suo agire non vengono ricercate all’esterno, nei condizionamenti della morale e della religione, ma dentro il cuore degli stessi personaggi.
Matteo Maria Boiardo
Matteo Maria Boiardo nacque a Scandiano vicino a Reggio Emilia nel 1441 ed è morto nel 1494. Oltre alla composizione di opere in latino, è famoso soprattutto per la stesura dell’Orlando innamorato. Quest’opera è un poema epico diviso in tre parti; le prime due furono scritte e pubblicate nello stesso anno del Morgante del Pulci. Nella sua opera l’autore congiunge le due tradizioni letterarie: il ciclo carolingio che tratta di guerra e quello bretone della Tavola Rotonda che parla di amore e incantesimi. Il Boiardo sottolinea il tema dell’amore mostrando un grande eroe come Orlando in preda ad una forte passione. La trama è complessa ma si possono individuare tre temi principali. Il motivo epico trova la sua origine nella lotta tra Saraceni e Cristiani; il motivo amoroso deriva dall’amore di Orlando per Angelica, principessa del Catai; il motivo encomiastico deriva dalla celebrazione dell’amore della guerriera Bradamante per il saraceno Ruggiero, dall’unione dei quali sarebbe discesa la Casa d’Este, dove l’autore visse.
Il contenuto dell’opera non è burlesco come quello del Pulci ma cavalleresco, e lo stile non è popolaresco ma classico e colto. I temi generali saranno ripresi nell’opera dell’Ariosto intitolata l’Orlando Furioso.
Luigi Pulci
Fra gli scrittori del Quattrocento emerge la figura di Luigi Pulci che nacque a Firenze nel 1432. Visse alla corte di Lorenzo il Magnifico, a cui leggeva la sua opera più famosa il “Morgante”. Quest’opera è un poema epico diviso in 28 canti, e il titolo “Morgante” deriva da un gigante che è un personaggio minore della storia.
È un personaggio comico che fa ridere i lettori. L’opera racconta le avventure di Orlando in Oriente, il paladino casto e serio della “Chanson de Roland”. Nell’opera del Pulci Orlando perde la sua rigidità e saggezza abbandonando l’esercito di Carlo Magno. Il contenuto del poema è burlesco e cavalleresco allo stesso tempo. Il gigante Morgante è servo del paladino, ha una figura enorme e risolve ogni problema con la forza. La sua fame è insaziabile: anche un intero elefante non gli basta e usa gli alberi come stuzzicadenti. Alla fine muore per il morso di un piccolo granchio al tallone e va in Paradiso. Il tono dell’opera è soprattutto comico: il Pulci sembra fare la parodia del genere cavalleresco, ma quando parla della morte d’Orlando, l’autore diventa serio e lirico nelle descrizioni. Orlando sarà protagonista anche dell’opera del Boiardo chiamata l’“Orlando innamorato”che fu scritta nello stesso anno del “Morgante” nel 1482.