Settembre 16, 2024

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Aprile 12, 2009 | Federica Bozza

Lingua napoletana

Il Napoletano non è un dialetto ma una lingua, perciò l’Unesco lo ha registrato come patrimonio dell’umanità.
Il Napoletano è la seconda lingua parlata più diffusa in Italia dopo la lingua ufficiale, l’italiano. La lingua napoletana è utilizzata oltre che in Campania, in Basilicata, Calabria, Puglia, Abruzzo, Molise, e anche a sud del Lazio.
II Napoletano era la lingua ufficiale nel Regno delle Due Sicilie (Regno esistito nell’Italia meridionale nel 19° secolo).
Con la fine del Regno delle Due Sicilie nel 1860, l’uso del Napoletano andò declinando.
E’ stato esportato in tutto il mondo grazie soprattutto alla canzone classifica partenopea e per questo motivo i suoi suoni sono riconosciuti in tutto il mondo.
Il napoletano è una lingua neolatina.
Il napoletano nella sua storia ha subito molte influenze linguistiche dai vari popoli che hanno abitato o dominato la Campania e l’Italia centro-meridionale.
Difatti, nella lingua napoletana si trovano tracce di greco, latino, arabo, francese e spagnolo.
Molte parole del napoletano provengono in particolare dallo spagnolo e dal francese.
Inoltre, il napoletano ha assunto alcune parole dalla lingua inglese in quanto durante la seconda guerra mondiale Napoli è stata occupata dalle truppe americane.
Esempi:
La parola Tirabbusciò (in italiano= cavatappi) deriva dal francese Tire-bouchon.
La parola Butteja (in italiano= bottiglia) deriva dal francese Bouteille.
La parola Abbascio (in italiano= giù) deriva dallo spagnolo Abajo.
La parola Papiello (in italiano= documento) deriva dallo spagnolo Papel.
La parola Nippulo (in italiano= capezzolo) deriva dall’inglese Nipple.
La parola Cerasa (in italiano= ciliegia) deriva dal latino Cerasum.
La parola Petrusino (in italiano= prezzemolo) deriva dal greco Petroselion.
La parola Tavuto (in italiano= bara) deriva dall’arabo Al-tawt.

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Gennaio 9, 2005 | Federica Bozza

Francesismi entrati nell'italiano

Sono molte le parole di lingua straniera entrate nella lingua italiana.
La maggior parte sono parole inglesi, ma spesso vengono usate anche parole francesi.
Per esempio, quando ci si siede al ristorante, si chiede il “menu”. Sebbene in italiano esista la parola “lista”, in questo caso non viene usata.
“Menu”si usa anche in altri casi, per esempio per indicare le funzioni del telefonino o delle apparecchiature elettroniche.
Una parola molto diffusa è “gaffe”che in italiano significa “brutta figura”.
Oltre a queste, c’è la parola “reclame”che si usa al posto di “pubblicità”.
La parola “abat-jour” generalmente si usa al posto di “paralume”.
Ci sono tanti esempi come questi.
Capita spesso di usare l’espressione “tour de force”per indicare un periodo duro o uno sforzo intenso.
Oggi si stanno diffondendo anche termini come escamotage,entourage e nonchalance.
Per“escamotage”s’intende un espediente per superare una difficoltà.
Per“entourage”s’intende una cerchia di amici.
“Nonchalance”è una parola che significa indifferenza.
Inoltre, non è raro trovare termini francesi italianizzati.
Un esempio per tutti è la parola“paltò”che significa cappotto. Essa viene da “paletot”ma in realtà si pronuncia “paltò”.

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