Novembre 21, 2024

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Settembre 7, 2008 | Federica Bozza

Ermanno Olmi

Ermanno Olmi (24 luglio 1931) è un regista e sceneggiatore italiano di Bergamo.
Nasce in una famiglia contadina e profondamente cattolica. Le sue origini povere influiscono sui temi delle sue opere.
Tra il 1953 ed il 1961 realizza molti documentari, tra i quali “Tre fili fino a Milano”, “La diga sul ghiacciaio”.
Nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio “Il tempo si è fermato”che parla dell’amicizia fra uno studente ed il guardiano di una diga nella solitudine dell’alta montagna.
Nel 1961 con “Il posto” ottiene ottime recensioni da parte della critica.
Il film, che parla di giovani alla ricerca del loro primo impiego, si aggiudica il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia.
Il film “E venne un uomo” del 1965 è un’attenta biografia di Papa Giovanni.
Nel 1977 si dice che Olmi abbia creato il suo capolavoro. Il film dal titolo “L’albero degli zoccoli”, rappresenta il mondo contadino in maniera poetica ma realistica e vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Dopo essersi ristabilito da una grave malattia, riprende a lavorare dirigendo il film “Lunga vita alla signora!” (1987), premiato al Festival di Venezia con il Leone d’Argento.
L’anno seguente si aggiudica il Leone d’Oro con “La leggenda del santo bevitore”, basata sul racconto scritto da Joseph Roth. Inoltre, il film vince 4 David di Donatello.
Nel 2001 dirige “Il mestiere delle armi”. Si tratta di un film storico in costume che al Festival di Cannes 2001 si aggiudica 9 David di Donatello 2002.
Nel 2003 gira “Cantando dietro i paraventi”, un film ambientato in Cina.
Nel 2005 collabora con i registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film “Tickets”.
Nel 2007 dirige “Centochiodi”, il suo ultimo film.
Nel 2008 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

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Settembre 7, 2008 | Federica Bozza

Ermanno Olmi

Ermanno Olmi (24 luglio 1931) è un regista e sceneggiatore italiano di Bergamo.
Nasce in una famiglia contadina e profondamente cattolica. Le sue origini povere influiscono sui temi delle sue opere.
Tra il 1953 ed il 1961 realizza molti documentari, tra i quali “Tre fili fino a Milano”, “La diga sul ghiacciaio”.
Nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio “Il tempo si è fermato”che parla dell’amicizia fra uno studente ed il guardiano di una diga nella solitudine dell’alta montagna.
Nel 1961 con “Il posto” ottiene ottime recensioni da parte della critica.
Il film, che parla di giovani alla ricerca del loro primo impiego, si aggiudica il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia.
Il film “E venne un uomo” del 1965 è un’attenta biografia di Papa Giovanni.
Nel 1977 si dice che Olmi abbia creato il suo capolavoro. Il film dal titolo “L’albero degli zoccoli”, rappresenta il mondo contadino in maniera poetica ma realistica e vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Dopo essersi ristabilito da una grave malattia, riprende a lavorare dirigendo il film “Lunga vita alla signora!” (1987), premiato al Festival di Venezia con il Leone d’Argento.
L’anno seguente si aggiudica il Leone d’Oro con “La leggenda del santo bevitore”, basata sul racconto scritto da Joseph Roth. Inoltre, il film vince 4 David di Donatello.
Nel 2001 dirige “Il mestiere delle armi”. Si tratta di un film storico in costume che al Festival di Cannes 2001 si aggiudica 9 David di Donatello 2002.
Nel 2003 gira “Cantando dietro i paraventi”, un film ambientato in Cina.
Nel 2005 collabora con i registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film “Tickets”.
Nel 2007 dirige “Centochiodi”, il suo ultimo film.
Nel 2008 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

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Febbraio 8, 2007 | Federica Bozza

Arlecchino

Arlecchino è una delle maschere italiane più famose.
E’ una maschera lombarda di Bergamo.
Arlecchino indossa un vestito multicolore, ha una maschera nera e un bastone di legno.
E’ stravagante e scapestrato, ma è anche astuto e pigro.
Il suo nome sembra derivi dal Medioevo francese. Nei racconti popolari si parla di un diavolo di nome Harlequin o Herlequin o Hellequin.
Secondo altre etimologie, Arlecchino deriverebbe da Erlenkonis, folletto della mitologia scandinava e germanica,o da Alichino, diavolo dantesco.
Inoltre, si parla dell’esistenza di un signore francese di nome Achille de Harley che protesse un comico italiano detto Harlayqino.
Altri affermano che il nome sarebbe il diminutivo di Harle o Herle, uccello dal manto variopinto.

 

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