Settembre 16, 2024

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Settembre 30, 2008 | Federica Bozza

Villa Pisani

Villa Pisani è uno dei più celebri esempi di villa della Riviera del Brenta, in Veneto; sorge a Stra, in provincia di Venezia, e si affaccia sul Naviglio del Brenta. È oggi sede di un museo nazionale, che conserva opere d’arte e arredi del Settecento e dell’Ottocento.
Venne costruita nel 1721 per opera di Gerolamo Frigimelica e Francesco Maria Preti per il doge Alvise Pisani. Al suo interno sono visibili opere di Giambattista Tiepolo, Giovanni Battista Crosato, Giuseppe Zais, Jacopo Guarana, Carlo Bevilaqua, Francesco Simonini, Jacopo Amigoni.
La villa ha 114 stanze, si dice perchè Alvise Pisani è stato il 114° doge di Venezia.
La villa ha ospitato importanti monarchi e capi di governo, fra i quali Napoleone Bonaparte, Vittorio Emanuele II, lo zar Alessandro I , Adolf Hitler e Benito Mussolini.
È stata usata da Pier Paolo Pasolini, nel 1969, per le riprese del film “Porcile”.
Nel parco di Villa Pisani c’è il famoso “labirinto d’amore”, uno dei tre labirinti in siepe sopravissuti fino ad oggi in Italia.
Oltre a quello c’è una lunga piscina, costruita nel 1911 per studi idraulici dall’università di Padova.
Quest’anno è stato eletto come il parco più bello d’Italia.

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Settembre 30, 2008 | Federica Bozza

Villa Pisani

Villa Pisani è uno dei più celebri esempi di villa della Riviera del Brenta, in Veneto; sorge a Stra, in provincia di Venezia, e si affaccia sul Naviglio del Brenta. È oggi sede di un museo nazionale, che conserva opere d’arte e arredi del Settecento e dell’Ottocento.
Venne costruita nel 1721 per opera di Gerolamo Frigimelica e Francesco Maria Preti per il doge Alvise Pisani. Al suo interno sono visibili opere di Giambattista Tiepolo, Giovanni Battista Crosato, Giuseppe Zais, Jacopo Guarana, Carlo Bevilaqua, Francesco Simonini, Jacopo Amigoni.
La villa ha 114 stanze, si dice perchè Alvise Pisani è stato il 114° doge di Venezia.
La villa ha ospitato importanti monarchi e capi di governo, fra i quali Napoleone Bonaparte, Vittorio Emanuele II, lo zar Alessandro I , Adolf Hitler e Benito Mussolini.
È stata usata da Pier Paolo Pasolini, nel 1969, per le riprese del film “Porcile”.
Nel parco di Villa Pisani c’è il famoso “labirinto d’amore”, uno dei tre labirinti in siepe sopravissuti fino ad oggi in Italia.
Oltre a quello c’è una lunga piscina, costruita nel 1911 per studi idraulici dall’università di Padova.
Quest’anno è stato eletto come il parco più bello d’Italia.

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Settembre 30, 2008 | Federica Bozza

Villa Pisani

Villa Pisani è uno dei più celebri esempi di villa della Riviera del Brenta, in Veneto; sorge a Stra, in provincia di Venezia, e si affaccia sul Naviglio del Brenta. È oggi sede di un museo nazionale, che conserva opere d’arte e arredi del Settecento e dell’Ottocento.
Venne costruita nel 1721 per opera di Gerolamo Frigimelica e Francesco Maria Preti per il doge Alvise Pisani. Al suo interno sono visibili opere di Giambattista Tiepolo, Giovanni Battista Crosato, Giuseppe Zais, Jacopo Guarana, Carlo Bevilaqua, Francesco Simonini, Jacopo Amigoni.
La villa ha 114 stanze, si dice perchè Alvise Pisani è stato il 114° doge di Venezia.
La villa ha ospitato importanti monarchi e capi di governo, fra i quali Napoleone Bonaparte, Vittorio Emanuele II, lo zar Alessandro I , Adolf Hitler e Benito Mussolini.
È stata usata da Pier Paolo Pasolini, nel 1969, per le riprese del film “Porcile”.
Nel parco di Villa Pisani c’è il famoso “labirinto d’amore”, uno dei tre labirinti in siepe sopravissuti fino ad oggi in Italia.
Oltre a quello c’è una lunga piscina, costruita nel 1911 per studi idraulici dall’università di Padova.
Quest’anno è stato eletto come il parco più bello d’Italia.

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Settembre 22, 2008 | Federica Bozza

Pizzoccheri

I pizzoccheri sono un tipo di pasta che rappresenta una specialità della Valtellina in Lombardia. Si fanno con un impasto di due terzi di farina di grano saraceno ed un terzo di farina di frumento. La loro colorazione grigiastra dipende dalla farina di grano saraceno.
Sono una pasta dalla forma a strisce larghe 1 cm, spesse 2 o 3 mm e lunghe 7 cm.
I loro condimenti tipici sono: verza, patate a pezzi, formaggio Valtellina Casera, parmigiano grattugiato, burro, aglio.
Spesso vengono utilizzati spinaci o fagiolini al posto della verza, e il formaggio fontina al posto della Valtellina Casera.
Il nome “pizzoccheri” sembra derivare dalla radice “piz” col significato di pezzetto o dalla parola “pinzare”col significato di schiacciare, in riferimento alla forma schiacciata della pasta.
I pizzoccheri sono il piatto simbolo della cucina tradizionale Valtellinese e a Teglio in Valtellina, ogni anno si tengono la “Sagra dei Pizzoccheri” a luglio e il “Pizzocchero d’oro” a settembre.

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Settembre 14, 2008 | Federica Bozza

Certosa di Padula

La Certosa di Padula, conosciuta anche come Certosa di San Lorenzo, è una delle più grandi e famose Certose esistenti in Italia e si trova all’estremità del parco del Cilento.
È stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. La Certosa è la seconda più grande in Italia dopo la Certosa di Parma.
Esso fu fondato da Tommaso San Severino nel 1306 sul sito di un esistente monastero ed è dedicato a San Lorenzo. La sua struttura richiama l’immagine della graticola sulla quale il santo fu bruciato vivo. La storia dell’edificio copre un periodo di circa 450 anni. La parte principale della Certosa è in stile Barocco ed occupa una superficie di 50.500 m² sulla quale sono edificate oltre 320 stanze. Il monastero ha il più grande Chiostro del mondo (circa 12.000 m²) ed è contornato da 84 colonne. Una grande scala a chiocciola, in marmo bianco, porta alla grande biblioteca del convento. Secondo la regola certosina che predica il lavoro e la contemplazione, nella Certosa esistono posti diversi per la loro attuazione: il tranquillo chiostro, la biblioteca con il pavimento ricoperto da mattonelle in ceramica di Vietri, la Cappella decorata con preziosi marmi, la grande cucina dove, la leggenda narra, fu preparata una frittata di 1.000 uova per Carlo V, le grandi cantine con le enormi botti, le lavanderie ed i campi limitrofi dove venivano coltivati i frutti della terra per il sostentamento dei monaci oltre che per la commercializzazione con l’esterno. I monaci producevano, vino, olio di oliva, frutta ed ortaggi. Oggi la Certosa ospita il museo archeologico della Lucania che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli scavi delle necropoli di Sala Consilina e di Padula. Questo museo copre un periodo che va dalla preistoria all’era ellenistica.

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Settembre 7, 2008 | Federica Bozza

Ermanno Olmi

Ermanno Olmi (24 luglio 1931) è un regista e sceneggiatore italiano di Bergamo.
Nasce in una famiglia contadina e profondamente cattolica. Le sue origini povere influiscono sui temi delle sue opere.
Tra il 1953 ed il 1961 realizza molti documentari, tra i quali “Tre fili fino a Milano”, “La diga sul ghiacciaio”.
Nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio “Il tempo si è fermato”che parla dell’amicizia fra uno studente ed il guardiano di una diga nella solitudine dell’alta montagna.
Nel 1961 con “Il posto” ottiene ottime recensioni da parte della critica.
Il film, che parla di giovani alla ricerca del loro primo impiego, si aggiudica il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia.
Il film “E venne un uomo” del 1965 è un’attenta biografia di Papa Giovanni.
Nel 1977 si dice che Olmi abbia creato il suo capolavoro. Il film dal titolo “L’albero degli zoccoli”, rappresenta il mondo contadino in maniera poetica ma realistica e vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Dopo essersi ristabilito da una grave malattia, riprende a lavorare dirigendo il film “Lunga vita alla signora!” (1987), premiato al Festival di Venezia con il Leone d’Argento.
L’anno seguente si aggiudica il Leone d’Oro con “La leggenda del santo bevitore”, basata sul racconto scritto da Joseph Roth. Inoltre, il film vince 4 David di Donatello.
Nel 2001 dirige “Il mestiere delle armi”. Si tratta di un film storico in costume che al Festival di Cannes 2001 si aggiudica 9 David di Donatello 2002.
Nel 2003 gira “Cantando dietro i paraventi”, un film ambientato in Cina.
Nel 2005 collabora con i registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film “Tickets”.
Nel 2007 dirige “Centochiodi”, il suo ultimo film.
Nel 2008 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

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Settembre 7, 2008 | Federica Bozza

Ermanno Olmi

Ermanno Olmi (24 luglio 1931) è un regista e sceneggiatore italiano di Bergamo.
Nasce in una famiglia contadina e profondamente cattolica. Le sue origini povere influiscono sui temi delle sue opere.
Tra il 1953 ed il 1961 realizza molti documentari, tra i quali “Tre fili fino a Milano”, “La diga sul ghiacciaio”.
Nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio “Il tempo si è fermato”che parla dell’amicizia fra uno studente ed il guardiano di una diga nella solitudine dell’alta montagna.
Nel 1961 con “Il posto” ottiene ottime recensioni da parte della critica.
Il film, che parla di giovani alla ricerca del loro primo impiego, si aggiudica il premio della critica alla Mostra del cinema di Venezia.
Il film “E venne un uomo” del 1965 è un’attenta biografia di Papa Giovanni.
Nel 1977 si dice che Olmi abbia creato il suo capolavoro. Il film dal titolo “L’albero degli zoccoli”, rappresenta il mondo contadino in maniera poetica ma realistica e vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Dopo essersi ristabilito da una grave malattia, riprende a lavorare dirigendo il film “Lunga vita alla signora!” (1987), premiato al Festival di Venezia con il Leone d’Argento.
L’anno seguente si aggiudica il Leone d’Oro con “La leggenda del santo bevitore”, basata sul racconto scritto da Joseph Roth. Inoltre, il film vince 4 David di Donatello.
Nel 2001 dirige “Il mestiere delle armi”. Si tratta di un film storico in costume che al Festival di Cannes 2001 si aggiudica 9 David di Donatello 2002.
Nel 2003 gira “Cantando dietro i paraventi”, un film ambientato in Cina.
Nel 2005 collabora con i registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film “Tickets”.
Nel 2007 dirige “Centochiodi”, il suo ultimo film.
Nel 2008 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

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