Settembre 16, 2024

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Dicembre 30, 2007 | Federica Bozza

Il cotechino con le lenticchie

Il cotechino con le lenticchie è un piatto tradizionale della notte di capodanno, lo si mangia come buon augurio per l’anno nuovo.
Si dice che le lenticchie siano di buon auspicio perchè hanno una forma simile alle monete perciò sembra che mangiarle procuri ricchezza. Anche le fettine tonde del cotechino somigliano a monete e questa pare sia una delle origini per cui si pensa porti fortuna mangiarle.
Preparazione:
Mettere il cotechino a cuocere in una pentola piena d’acqua.
Una volta cotto, spellarlo delicatamente e tagliarlo a fettine.
Nel frattempo, in un’altra pentola con abbondante acqua fredda, mettere le lenticchie, una costola di sedano, mezza cipolla ed un pizzico di sale e portare il tutto a bollore.
Fare lessare le lenticchie per circa un ora, dopodiché scaldare in un tegame l’olio ed il burro e farvi imbiondire mezza cipolla con l’altra costola di sedano tagliata finemente.
Aggiungere le lenticchie, spolverare di pepe e mescolare il tutto a fuoco lento.
Mettere le lenticchie in un piatto, adagiarvi sopra il cotechino tagliato a fettine e servire il piatto caldo.

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Dicembre 21, 2007 | Federica Bozza

Il torrone

Il torrone è un dolce tipicamente natalizio composto da un impasto di albume d’uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle o nocciole.
Gli studiosi pensano che il torrone abbia origini arabe, ma per quanto riguarda l’Italia sembra sia nato a Cremona nel 16° secolo.
Stando alla tradizione, il primo torrone è stato servito il 25 ottobre 1441 al banchetto che si tenne alle nozze, celebrate a Cremona, fra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti.
Quel nuovo dolce era stato preparato riproducendo la forma del Torrazzo, la torre campanaria della città, da cui sembra prenda il nome il torrone.
La prima notizia certa riguardo al torrone a Cremona risale al 1543, anno in cui il Comune di Cremona donò il torrone ad alcune autorità milanesi.
Col tempo questo dolce venne legandosi sempre più alla tradizione natalizia.
Le principali varietà di torrone sono quello duro e quello morbido: la differenza fra le due sta nella quantità di mandorle o nocciole presente, aumentando questa quantità aumenta anche la durezza del torrone.
Il maggiore centro di produzione è Cremona, ma varie altre zone d’Italia sono diventati importanti centri di produzione di questo dolce. Per esempio, Bagnara Calabra, Cologna Veneta ,Tonara e L’Aquila. Inoltre c’è il classico torrone del Sannio e dell’Irpinia in Campania.

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Dicembre 8, 2007 | Federica Bozza

L'albero di Natale di Gubbio

Nel dicembre 1980 a Gubbio fu costruito per la prima volta l’albero di Natale di luci elettriche sulle pendici del Monte Igino. Dal 1991 è entrato nel Guinness dei Primati come l’albero di Natale più grande del mondo.
Oggi è uno dei simboli di Gubbio. Viene acceso la sera del 7 dicembre e spento il 10 gennaio.
Per la sua realizzazione sono necessari circa 8 km di cavi elettrici.
L’albero parte dalle ultime case del centro abitato e arriva fino alla Basilica del Santo Patrono Ubaldo. E’ lungo 650 metri e largo 350 m.
E’ composto da circa 260 luci di colore verde che delineano il profilo di un abete natalizio, mentre il corpo centrale è composto da oltre 270 luci multicolore.
La sommità è costituita da una stella di più di 200 luci che misura 40 metri di larghezza e 25 di lunghezza.
Per il periodo natalizio a Gubbio viene realizzato anche un grandioso presepe nel parco che circonda la Chiesa della Vittorina. Da qui ogni anno il 26 dicembre si svolge una fiaccolata notturna che termina alla Basilica di Sant’Ubaldo.

 

グッビオのクリスマスツリー

1980年12月、グッビオではインジーノ山の斜面に電飾のクリスマスツリーが初めて作られました。1991年にはギネス世界記録に世界最大のクリスマスツリーとして認定されました。 現在、グッビオのシンボルの一つとなっています。
毎年12月7日の夜に点灯され、1月10日に消灯されます。 制作には約8キロメートルの電線が使用されます。 ツリーは町の中心部から聖ウバルド教会まで続いており、長さは650メートル、幅は350メートルです。 約260個の緑色の電球がクリスマスツリーの輪郭を描き、中央部分は270個以上のカラフルな電球で構成されています。
頂上は、幅40メートル、長さ25メートルの200個以上の電球でできた星で飾られています。 クリスマス期間中、グッビオではヴィットリーナ教会を取り囲む公園に壮大なプレゼピも設置されます。
毎年12月26日には、ここから聖ウバルド教会までの夜間の松明行列が行われます。

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Dicembre 2, 2007 | Federica Bozza

Gian Battista Marino

Gian Battista Marino nasce a Napoli nel 1569 e muore nel 1625. L’autore nelle sue opere non dà risalto a questioni filosofiche, a problemi religiosi, i suoi poemi diventano il simbolo del Barocco europeo. I suoi interessi sono rivolti agli aspetti carnali e terreni della vita; il mondo per lui è un meraviglioso spettacolo. Per questo motivo nelle sue poesie non c’è introspezione psicologica, ma una meravigliosa descrizione del mondo con metafore ardite e ricercate. Il suo desiderio era quello di meravigliare il pubblico attraverso l’uso di parole insolite, di ritmi poetici nuovi. La sua opera più famosa è l’Adone, un poema lunghissimo e pieno di digressioni. È la storia di Adone che si innamora ricambiato dalla dea Venere tramite l’intervento di Cupido. Alla fine il protagonista muore a causa di Marte, e Venere lo trasforma in un purpureo anemone. Si tratta di un poema epico-mitologico in cui i momenti di vera grazia poetica sono rari, tuttavia l’opera è simbolo del meraviglioso, tema barocco per eccellenza. Altre opere poetiche scritte dal Marino sono la Lira, la Sampogna, la Galerìa.

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